OUR PORTFOLIO

Rilievo e Analisi per la valorizzazione del Convento di Sant'Agostino a Tuscania

La mia tesi di laurea ha avuto come oggetto l’analisi e il rilievo del Convento di Sant’Agostino a Tuscania, il quale si trova subito a ridosso delle mura cittadine, proprio in posizione centrale rispetto alle due porte storiche, Porta di Poggio e Porta Montascide.
Esso si trova all’interno del borgo storico, attorno alla cui cinta muraria, nel tempo, è andata costituendosi quella che possiamo definire come la città moderna.
Adiacente al convento è la chiesa, la quale ha accesso, come il convento, da Piazza Enrico Pocci.

L’esperienza di rilievo che ho condotto ha avuto inizio con la conoscenza del luogo, la quale non poteva limitarsi ad una mera contemplazione, ma doveva invece approfondirsi da un punto di vista fisico.
In quest’ottica, il disegno a mano libera ha rappresentato l’occasione perfetta per confrontarmi con l’opera che iniziavo ad analizzare.
Da un lato ho avuto l’esigenza di graficizzare i valori più oggettivi dell’opera, come i volumi, le geometrie, i proporzionamenti.
Dall’altro ho sentito il bisogno di comprendere e rappresentare anche quegli aspetti più immateriali e maggiormente connessi con la personale sensibilità del singolo osservatore.
Da questo punto di vista ho scelto di utilizzare lo strumento fotografico, al fine di rappresentare l’atmosfera, la luce, l’ombra, il bianco e il nero, propri dell’opera che stavo conoscendo.

Le operazioni di rilievo hanno interessato piano terra e piano primo dell’intera struttura, convento e chiesa, e parte del livello inferiore, con affaccio su Piazza Italia e di proprietà privata, per un totale di 2878 mq.
Parte del rilievo è stata di tipo strumentale, mediante l’utilizzo della stazione totale.
Esso si è sviluppato a partire dal fulcro centrale della struttura, ovvero il chiostro, all’interno del quale è stato possibile rilevare in maniera indiretta tanto la pianta quanto l’alzato dei quattro lati.
Per quanto riguarda gli ambienti interni del piano terra e l’intero piano primo, invece, è stato necessario condurre un rilievo diretto.
Infine, al fine di ottenere un rilievo estremamente dettagliato degli elementi architettonici più complessi e caratterizzati da particolare morbidezza delle forme ho scelto di utilizzare la fotogrammetria.

Dopo aver condotto le operazioni di rilievo e aver provveduto alla restituzione grafica e cromatica dello stesso, ho dedicato la seconda parte della mia tesi allo sviluppo di un progetto di comunicazione volto alla valorizzazione culturale dell’edificio che ho studiato.

L’Italia ha, nel suo patrimonio artistico e culturale, uno dei suoi più grandi tesori, riconosciuto in tutto il mondo e, tuttavia, non sempre adeguatamente valorizzato.
Proprio in vista di un’adeguata valorizzazione del patrimonio culturale, un ruolo di primo piano è indubbiamente rivestito dalla comunicazione del patrimonio stesso.

In ambito culturale, comunicare un bene significa renderne accessibile e comprensibile il valore a fasce sempre più ampie di cittadini.
Non solo; diviene sempre più impellente la necessità di ricercare tecniche di comunicazione innovative che possano uscire definitivamente dalla troppo abusata riproposizione di siti culturali classici e che possano invece trovare il proprio punto di forza nel coinvolgimento del visitatore, sul quale va posta la massima attenzione, attraverso la progettazione di esperienze di visita creative e volte alla partecipazione.

Introducendosi in un ambito più specificatamente architettonico, con l’ausilio di adeguati supporti tecnologici, attualmente è possibile ricostruire virtualmente i beni culturali in tutto o in parte scomparsi o comunque mutati nel corso del tempo, affinchè il visitatore possa conoscerli integralmente.
In questo modo i beni culturali acquistano nuovamente voce per poter raccontare la propria altrimenti incomprensibile storia.

L’utilizzo di proiezioni video e di effetti speciali visivi ma anche audio consente al visitatore di sentirsi completamente parte dei luoghi che sta attraversando: la rappresentazione diviene emozionante ma al tempo stesso una ricca fonte di informazioni storiche e scientifiche.
In questa ottica, il coinvolgimento dello spettatore e la sua partecipazione fisica ed emozionale acquisiscono un ruolo di primo piano all’interno della comunicazione del bene in questione.

Con l’ausilio delle recenti innovazioni in campo multimediale, in particolare nell’ambito della grafica 3D, è attualmente possibile riproporre la configurazione iniziale del bene, realizzare animazioni che consentano ai visitatori di muoversi virtualmente all’interno dell’edificio originario, esplorandone ogni angolo.

La storia, l’architettura e l’archeologia sono ambiti che sperimentano continuamente la necessità di ricostruire mondi non più visibili e da questo nasce l’importanza della realtà virtuale applicata ai beni culturali.

Una ricostruzione virtuale ha valore storico, didattico e scientifico e può essere anche utilizzata per documentare lo stato dei fatti in un determinato momento storico e per offrire la possibilità di valutare nel tempo l’eventuale deterioramento o mutamento degli ambienti stessi, confrontando ricostruzioni virtuali e documentazioni video realizzate in epoche diverse.

È il caso questo del convento di Sant’Agostino.
Infatti, la documentazione storica riguardante la struttura risulta essere piuttosto scarsa e, in particolare, le immagini storiche mostrano soltanto ridotte porzioni dell’edificio e, più precisamente, solamente del chiostro.
Proprio al fine di offrire una documentazione che possa rivestire importanza storica e scientifica in merito allo stato attuale dei luoghi, soprattutto in vista di possibili mutamenti e rimaneggiamenti futuri, ho realizzato una ricostruzione virtuale dell’edificio che, unitamente a riprese video e fotografiche realizzate sul posto, possa offrire ai visitatori attuali ma, soprattutto, a quelli futuri, una chiara idea della struttura così come essa si presenta oggi.

Base fondante della ricostruzione virtuale dell’opera ma, soprattutto, del suo progetto di comunicazione è il rilievo effettuato, grazie al quale mi è stato possibile giungere ad una conoscenza approfondita della struttura in esame; tale conoscenza ha riguardato tanto gli aspetti più oggettivi quanto quelli specificatamente soggettivi e sensibili.
Passeggiare all’interno del chiostro, esplorare le diverse stanze che intorno ad esso si sviluppano, toccare le pareti più antiche dell’edificio, salire al primo livello dove l’odore aspro del guano mi ha pervasa, passare da un ambiente all’altro osservando come la luce cambiasse alle diverse ore del giorno e quanto questo potesse incidere sull’emergere di questa o quella forma, questo, oltre alle operazioni più tecniche di misurazione e di restituzione grafica, mi ha permesso di sentire l’opera in maniera strettamente personale e di comunicarla sia da un punto di vista prettamente tecnico, attraverso l’utilizzo della grafica tridimensionale e la ricostruzione di un modello 3D, sia da un punto di vista più emozionale, attraverso immagini fotografiche improntate all’evidenziare gli aspetti più immateriali dell’opera, l’atmosfera di un luogo che lentamente si sta dissolvendo.
Non in ultimo, la comunicazione del convento di Sant’Agostino si pone l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sul profondo degrado che ha colpito la struttura a seguito del suo abbandono affinchè possa essere esso arrestato.
L’architettura antica è un contenitore di memorie e in quanto tale deve essere preservata.

Tag galleria: